Abbiamo il diritto di capire come viene gestita
Dobbiamo intervenire per abbassare i costi e ridurre le tariffe
Ruzzo Reti sta facendo pagare a peso d’oro l’acqua, la più importante risorsa del nostro pianeta, il bene più prezioso per l’umanità, oggetto, peraltro, del referendum del 12 e 13 giugno 2011, in cui 27 milioni di cittadini italiani sancirono che sull’acqua non si sarebbe potuto più fare profitto.
A oltre 10 anni di distanza da quella marea blu la promessa “nessun profitto” non solo non è stata mantenuta ma le tariffe applicate negli ultimi anni in Italia e pagate dai cittadini per utilizzare l’acqua del rubinetto, sembra addirittura tradita in un quadro dove l’azionista pubblico delle società partecipate continua a indossare abiti del privato.
Ora ci auguriamo che il Recovery Plan contenga investimenti di rilevante valore, per non lasciarci sfuggireun’occasione unica che tuteli la risorsa idrica e finanzi le opere necessarie per rendere veramente resilienti ai cambiamenti climatici i sistemi di approvvigionamento e di distribuzione della risorsa nell’intero Paese .
Il Piano idrico nazionale deve consentire di eliminare dalla bolletta i costi passati di acquedotti che …fanno “acqua da tutte le parti”.
Oltretutto spesso ci si dimentica che stiamo parlando di una materia prima per l’approvvigionamento della quale il gestore non paga un solo centesimo.
L’acqua, in sostanza, dovrebbe rappresentare una proprietà comune per ognuno di noi e, invece, per tornare alle vicende del nostro territorio, tanti cittadini in queste settimane stanno ricevendo con la bolletta dell’ultimo trimestre 2020, conguagli stratosferici che partono dal 2018 e acconti che rappresentano una vera e propria mazzata per le tasche delle famiglie rosetane, già pesantemente colpite dall’emergenza Covid”.
Tanti utenti hanno preso d’assalto gli sportelli dell’azienda acquedottistica in cerca di spiegazioni e inizialmente hanno ricevuto risposte sulla rateizzazione certamente non rassicuranti con un massimo di tre rate, a prescindere dall’importo; poi la protesta si è sollevata da più parti e adesso sembra che le rate siano un tantino più numerose e più leggere ma non dovrebbero in ogni caso superare le 30/50 euro per le fasce più deboli, come ad esempio quella dei pensionati.
La cosa inaccettabile è che Ruzzo Reti giustifichi queste bollette salate addossando alle famiglie la colpa di non aver effettuato autonomamente la lettura del contatore per evitare conguagli particolarmente onerosi.
In altre parole si chiede ai cittadini, compresi gli anziani, di controllare gli scatti del contatore, quando in realtà questo compito è dell’Azienda che avrebbe dovuto provvedere alla lettura almeno due volte l’anno come previsto dalle delibere dell’Autorità Nazionale a partire dal 2016 e almeno una volta per l’anno 2020 segnato dall’emergenza epidemiologica.
In proposito, in sinergia con i due gruppi civici Un’Altra Idea di Roseto 21.0 e Roseto progressista e Coraggiosa e il Movimento 5 Stelle, autore, tra l’altro di una proposta di legge nel 2019, abbiamo depositato il 14 marzo una mozione per impegnare l’intero consiglio comunale affinché si faccia sentire forte la voce di Roseto su questa vicenda davvero fuori di ogni logica, visto che salassare ulteriormente cittadini già pesantemente colpiti psicologicamente ed economicamente da un macigno, come quello della pandemia, non è proprio consentito.
L’obiettivo è quello di attivarci nel cercare nel minor tempo possibile ogni utile soluzione per correre ai ripari, in sinergia con gli altri 35 comuni soci della Ruzzo Reti, proponendo una serie di azioni a tutela dei cittadini in difficoltà e a promuovere, a stretto giro, l’intervento dell’Ente Regionale per il Servizio Idrico (ERSI), affinchè in base alla Delibera ARERA n. 235/2020/R/idr. possano essere valutate soluzioni aggiuntive rispetto alla fascia di consumo agevolato di cui alla delibera n. 14/2019 e ai bonus sociali di sconto per le bollette di acqua di cui alla L. 157/2019, come la sospensione per l’intero anno 2021 dei pagamenti del consumo idrico, con conseguente rateizzazione pluriennale e la riduzione della bolletta, a partire dal 2020, per chi ha perso il lavoro o ha chiuso l’attività a causa del COVID.
Si spera che questa mozione venga votata dall’intero consiglio comunale e che non faccia la fine della mozione presentata nel 2017 sulla restituzione del deposito cauzionale addebitato sulle bollette alle famiglie che non avevano la domiciliazione bancaria e sulla revisione del regolamento allora in vigore per abbassare le tariffe alle utenze più deboli.
Gli interventi in consiglio da parte della maggioranza, tutti protesi a difendere l'establishment della Ruzzo reti S.p.A. e nessuno a difendere chi aveva subito l'addebito del deposito cauzionale (facoltativo) senza poter battere ciglio, furono cosa davvero stucchevole!
Nel consiglio comunale in cui si discuterà la mozione dobbiamo anche ribadire la necessità di approfondire ogni aspetto legato alla governance della struttura di Ruzzo Reti affinchè gestisca adeguatamente e correttamente questo prezioso bene pubblico preoccupandosi di difenderlo ed evitando di arrecare ulteriori danni di tipo economico agli utenti che non possono continuare a pagare i costi politici di una gestione eccessiva o rispondere delle esigenze di liquidità della società.
Sul punto è appena il caso di sottolineare il parere dell’Ente Regionale del Servizio Idrico (ERSI) sul Piano Industriale 2019-2021 estremamente critico.
L’ente regionale, deputato al controllo analogo, che consiste in un’attività di vigilanza e controllo garante nei confronti dell’utenza locale (controllo di gestione, equilibri finanziari, qualità dei servizi), infatti, rilevò una preoccupante continua crescita dei costi del personale della Ruzzo Reti e il rischio che nuove assunzioni potessero essere insostenibili per il bilancio della società.
In particolare, evidenziò che il costo non avrebbe potuto in alcun caso essere incrementato, anzi, come da obblighi del Servizio Idrico Integrato, avrebbe dovuto essere debitamente efficientato/ridotto, mentre, in relazione al Piano Industriale, pose l’attenzione sul fatto che in tutti gli obiettivi si notava la carenza di indicatori di misurazione per poter monitorare nel triennio l’andamento dell’attuazione del Piano, la sua correzione e messa a punto; per tutti gli obiettivi, inoltre, non risultavano stimati costi e connessi benefici economici e così via dicendo.
Un documento quello dell’ERSI che deve far molto riflettere gli amministratori locali che stanno prendendo le distanzeda questo modo di gestire l’azienda, come il Sindaco di Teramo e il Sindaco di Montorio.
Vediamo come andranno le cose durante il dibattito in consiglio comunale della mozione presentata e vediamo se questa volta prevarrà il bene comune!
Rosaria Ciancaione, Consigliere comunale capogruppo